Dalle minacce, gli Stati Uniti sono subito passati ai fatti lanciando circa 60 missili Tomahawk verso la base aerea siriana di Shayrat. Si tratta di una risposta concreta all’attacco condotto con armi chimiche nella provincia di Idlib. Il bombardamento americano in Siria è nel “vitale interesse della sicurezza” degli Stati Uniti, ha affermato il presidente Donald Trump.
La tv di Stato siriana ha confermato l’attacco missilistico statunitense contro una serie di obiettivi militari all’interno del Paese, definendo l’attacco una “aggressione” che ha anche provocato vittime. Secondo quanto emerso, i missili lanciati dagli Usa avrebbero colpito la base aerea da dove si sospetta sia stato lanciato l’attacco chimico.
Il governatore di Homs, Talal Barazi, citato dalla Dpa, dichiara che il bilancio delle vittime ammonta a cinque persone uccise e altre 7 ferite. Tra le vittime, tre militari e due civili. Secondo l’agenzia siriana Sana, controllata dal governo, nell’attacco sarebbero morti, invece, oltre a sei militari, anche nove civili. Tra questi quattro sarebbero bambini.
L’orario indicato dell’impatto è delle 20.45 ora di Washington (le 2,45 in Italia), le prime ore del mattino in Siria. Il Pentagono ha precisato che l’attacco contro la Siria è stato condotto utilizzando 59 missili Tomahawk lanciati dai cacciatorpediniere USS Porter e USS Ross nel Mediterraneo orientale.
Il Pentagono definisce il lancio di missili una “risposta proporzionata” all’attacco chimico e fa sapere che l’attacco Usa contro la base aerea in Siria ha “ridotto la capacità del governo siriano di utilizzare armi chimiche“. Stando ad un comunicato della Difesa americana secondo indicazioni iniziali l’attacco ha severamente danneggiato o distrutto velivoli siriani, strutture di supporto e attrezzature.
Un comandante dei ribelli d’opposizione siriani afferma di sperare che l’attacco degli Stati Uniti su una base area siriana sia un “punto di svolta” dopo sei anni di guerra. Il maggiore Jamil al-Saleh ha confermato da parte sua che il lancio di missili americani ha preso di mira la base aerea da cui è partito il raid effettuato con armi chimiche.
Il comportamento degli Usa è stato “spericolato, irresponsabile e sciocco”, ha protestato lo staff del presidente siriano Bashar al Assad dopo l’attacco americano. “Questa aggressione ha aumentato la determinazione della Siria a colpire i terroristi (jihadisti e ribelli, ndr), a continuare a schiacciarli, ad aumentare il ritmo dell’azione contro di loro”.
Buthayna Shaaban, consigliere politico del presidente siriano Bashar al Assad promette che “la Siria e i suoi alleati risponderanno in maniera appropriata a quest’aggressione”. Intervistata dalla tv panaraba al Mayadin, vicina all’Iran, Shaaban ha assicurato che “il coordinamento tra Damasco e suoi alleati (la Russia e l’Iran) continua”.
Intanto il Comitato di Difesa della Duma di Stato (la Camera bassa) russa afferma che l’attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington e portare a un ampliamento dei conflitti armati in Medio Oriente. “Queste sono azioni irresponsabili, sconsiderate“, recita una nota ufficiale di Mosca che chiede con urgenza che si riunisca il Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il presidente russo Vladimir Putin, ha detto il portavoce Dimitri Peskov, nell’attacco americano alla Siria vede anche “un tentativo di distogliere l’attenzione della Comunità internazionale dalle numerose vittime tra la popolazione civile in Iraq“. Il riferimento è alla strage di Mosul causata dal recente bombardamento della coalizione a guida Usa.
Per il primo ministro britannico Theresa May la risposta americana al “barbaro” attacco chimico in Siria è adeguata. Lo riportano i media britannici citando fonti di Downing Street, secondo cui la May sarebbe stata avvisata in anticipo dell’operazione.
Anche l’Ue “era stata informata della probabilità di un’imminente svolta degli Stati Uniti”, dichiara una portavoce dell’alto rappresentante per la politica Estera Ue spiegando che Federica Mogherini. “L’Ue sta coordinando gli Stati membri” prosegue la fonte ed “è in contatto con Stati Uniti e Nazioni Unite”.
“Israele supporta pienamente la decisone del presidente Trump”, afferma invece fatto sapere il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Sia a parole che nei fatti, il presidente Trump ha mandato un messaggio chiaro e forte che l’uso e la diffusione di armi chimiche non saranno tollerati”.
“Israele – aggiunge il premier – supporta a pieno la decisione del presidente Trump e spera che questa determinazione nei confronti delle terrificanti azioni del regime di Assad risuoni non solo a Damasco ma anche a Teheran, Pyongyang e ovunque“.