La maggioranza è nuovamente spaccata e, adesso, la frattura sembra difficilmente sanabile. Dopo l’elezione del presidente della Commissione Affari Costituzionali in Senato e la bocciatura del candidato Pd a favore dell’alfaniano Salvatore Torrisi, si tenta di correre ai ripari ma il tempo è sempre più stretto.
In ballo c’è non solo l’unità di un partito che sembra sempre più diviso ma anche e, soprattutto per i cittadini italiani, la prossima legge elettorale. Il presidente del Consiglio Gentiloni cerca di gettare acqua sul fuoco e chiede a tutti un “impegno per una maggiore coesione” ma il ruolo di ‘pompiere’ viene presto offuscato dalle dichiarazioni del ministro Orlando per il quale in caso di crisi, “lo sbocco sarebbero il voto anticipato o le larghe intese, entrambi pericolose per il Paese e il Pd”.
Interviene anche Renzi che dichiara: “Non si può tornare al linguaggio della prima Repubblica. La parola crisi di governo non la vogliamo sentire pronunciare. Questi sono giochini da prima Repubblica. Il lavoro del governo va difeso e incoraggiato”, ha aggiunto l’ex premier.
“Dell’elezione del presidente della commissione Affari costituzionali interessa poco agli italiani. Non voglio sottovalutare quello che è un atto di scorrettezza istituzionale e politica – ha proseguito Renzi – La vicenda della prima Commissione è grave e avrà conseguenze. È improbabile chiedere che si rivoti“.
Per Renzi “questo fronte del no che ora è maggioranza ci farà proposte” sulla legge elettorale. L’ex premier ha poi lanciato un appello ai parlamentari della sua mozione: “Non è vero che sono tutti uguali, che l’Italia non è riformabile, noi siamo quelli che vogliono portare più avanti l’asticella dei diritti. Abbiamo una bella squadra, facciamo squadra”.
“Al Senato – spiega il presidente del Pd, Matteo Orfini – si è creata una grave ferita alla maggioranza, vediamo se è possibile curarla e come”. E nella tarda mattinata di oggi è arrivata la ‘scomunica’ da parte di Angelino Alfano a Salvatore Torrisi. “Torrisi, che è persona stimata – ha detto Alfano, parlando nella sede di Ap – mi ha chiesto 24 ore per rifletterci. Ma visto che si tratta di una questione di principio è chiaro che una sua permanenza alla presidenza è incompatibile con Ap“.
“Noi – ha puntualizzato Alfano – abbiamo votato a favore del candidato del Pd perché quella presidenza toccava al Pd: noi rispettiamo i patti, siamo leali“. “Il massimo che potevamo fare era quello che abbiamo fatto, chiedere a Torrisi di rinunciare alla Presidenza. Ogni volta che facciamo battaglia politica – conclude Alfano – andiamo avanti a viso aperto, in chiaro”.
“Se qualcuno cerca pretesti per far cadere il governo, lo dica chiaro”, ha detto Alfano, commentando le parole di Orfini rilasciate nel corso di un’intervista a La Stampa. “Due pezzi importanti della maggioranza hanno votato contro un accordo preso e contro il principale partito della maggioranza, senza dirlo, a voto segreto, con un’intesa sottobanco con le opposizioni”.
Orfini quindi affonda: “sia da parte degli scissionisti, sia da altre parti, è venuta meno la lealtà nella maggioranza. Possono anche negarlo, ma parlano i numeri. Faccio notare che non hanno mai detto di aver votato Pagliari“. Alfano quindi replica: “Da Orfini ho sentito parole surreali. Siccome non siamo nati ieri e abbiamo capito il giochino, dico che non ci stiamo. Se qualcuno cerca pretesti per far cadere il governo e andare al voto lo dica chiaro e si assuma la responsabilità di chiedere elezioni anticipate”.
“Dimettermi? Io l’ho detto ad Alfano, come agli amici e colleghi del Pd: trovate una soluzione alternativa e io passo. Ma se non c’è…”. Così invece il senatore di Ap Salvatore Torrisi: “Se Renzi apre la crisi per la mia elezione il Paese gli ride dietro. Sono molto infastidito, abbiamo appena votato la fiducia, da oggi in commissione manderò avanti i provvedimenti del governo, ma sembra non bastare”.