Ventun milioni italiani di contribuenti hanno debiti a vario titolo” con gli “oltre 8mila enti creditori” per cui esercita la riscossione Equitalia. Lo ha rivelato l’a.d. della società pubblica di riscossione Ernesto Maria Ruffini in audizione in commissione Finanze alla Camera sottolineando che “il 53% ha accumulato pendenze che non superano i 1.000 euro”.
Sempre l’amministratore delegato ha comunicato che dall’1 ottobre 2006 gli incassi di Equitalia sono stati in media di 7,8 miliardi di euro all’anno. Negli anni precedenti, quando la riscossione non era affidata a Equitalia, l’ammontare era di 2,9 miliardi all’anno.
Sempre Ruffini ha fatto sapere che i carichi residui da riscuotere affidati a Equitalia, dal 2000 al 2016, “ammontano a 817 miliardi di euro” ma “la quota su cui le azioni di recupero potranno ragionevolmente avere più efficacia si ferma a 51,9 miliardi”, spiegando che “oltre il 43% è difficilmente recuperabile”. Ci sono “147,4 miliardi dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti”.
Per altri “30,4 miliardi la riscossione è sospesa per i provvedimenti di autotutela emessi da enti creditori o sentenze dell’autorità giudiziaria”, ha proseguito poi Ruffini. Restano 459,2 miliardi di cui “oltre il 75%, 384,4 miliardi, si riferisce a contribuenti” rispetto ai quali Equitalia “ha già tentato invano in questi anni azioni di riscossione”.