É un vero e proprio smacco al PD quello che si è consumato al Senato in commissione Affari Costituzionali, dove il candidato dem alla presidenza della commissione, Giorgio Pagliari, è stato battuto per 16 voti a 11 dall’alfaniano Salvatore Torrisi, (Area popolare – eletto grazie ai voti delle opposizioni).
Uno strappo in seno alla maggioranza che viene commentato duramente dal ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Si tratta di un fatto grave che non va minimizzato. Abbiamo avuto una saldatura tra forze politiche di maggioranza e opposizione molto diverse. Serve un chiarimento, altrimenti si rischia lo sgretolamento del nostro sistema di alleanze”.
Orlando aggiunge: “Spero non ci sia la crisi. Lo sbocco sarebbe o il voto anticipato o le larghe intese, entrambi pericolose per il Paese e il Pd. Spero si riesca ad evitarlo ma è un fatto grave. Oggi c’è stato questo incidente, ma tutti i giorni c’è una guerriglia. O c’è una maggioranza stabile di governo o non ha più senso andare avanti”.
Alfano (Area popolare) commenta: “Le modalità della elezione del senatore Torrisi, espressione in larga misura del voto delle opposizioni e senz’altro un segno di stima da parte dei colleghi per il lavoro svolto in questi anni, ci inducono a chiedere all’interessato la rinuncia all’incarico. Noi siamo leali e non abbiamo contribuito”.
Il partito Democratico starebbe valutando ora un incontro con il presidente del Consiglio Gentiloni (che ha “condiviso, assicurando da parte sua l’impegno per contribuire al rafforzamento della coesione della maggioranza”) e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre a chiedere le dimissioni del nuovo presidente di commissione per ristorare la situazione. Orfini parla di “grave ferita alla maggioranza”, mentre Guerini dichiara: “Quanto accaduto in Senato è molto grave, un tradimento del patto di maggioranza e della corretta modalità di stare insieme, siamo preoccupati. Ora la legge elettorale è a rischio”.
Esulta, invece, il M5s: “Con 16 voti Torrisi, senatore Ap è stato eletto nuovo presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, che dovrà, vedremo però in che tempi, approvare la legge elettorale. Fatto fuori il Pd dalla guida della commissione, speriamo la stessa sorte per gli ultimi seguaci autoritari renziani. L’Italia il 4 dicembre si è espressa, è ora di dare seguito a quel mandato”.