Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha risposto con una lettera al cancelliere austriaco Christian Kern, che aveva chiesto “comprensione” e un’esenzione dal piano di ricollocamento dei migranti fra in vari paesi UE. L’Austria ha subito risposto, aprendo alla possibilità di una adesione al programma.
La risposta di Juncker è sostanzialmente un richiamo all’ordine e agli obblighi verso l’Unione Europea: “Confido che l’Austria adempia agli obblighi di legge e inizi con la ridistribuzione dei migranti provenienti dall’Italia e dalla Grecia. La ridistribuzione è espressione di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità. Per questo è necessario il coinvolgimento attivo di tutti gli Stati membri. E il tempo a disposizione non è molto”. “.
Il presidente della commissione europea aggiunge: “Capisco le preoccupazioni e timori ma desidero sottolineare che la situazione è cambiata. La Commissione è pronta a discutere come assistere le autorità austriache, affinché adempiano gradualmente ai loro obblighi. Naturalmente terremo conto della solidarietà che l’Austria ha dimostrato in passato”.
L’Austria ha subito risposto alla missiva, tramite il portavoce del ministro degli Interni Wolfgang Sobotka, che all’agenzia Apa ha affermato: “Siamo giuridicamente vincolati a rispettare l’accordo europeo e lo faremo”. Il governo austriaco si appella ora ai “margini di manovra” e alla “gradualità” del piano di ricollocamento suggerita da Juncker.
Kern durante una seduta del consiglio dei ministri a Vienna, aveva sottolineato come l’Austria avesse già accolto 2 mila migranti entrati clandestinamente (all’incirca la stessa cifra che il piano europeo prevede di assegnare allo stato austriaco su un totale di 160 mila persone rischianti asilo nell’Unione Europea). La commissione respinge tale tesi, affermando che nessuno dei 27 mila migranti finora rilocati siano stati accolti in Austria.