Frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Queste le accuse contestate a nove tra imprenditori e funzionari pubblici arrestati dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia nell’ambito di un’indagine su presunte irregolarità nei lavori di ammodernamento di un tratto della Salerno-Reggio Calabria.
I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura della Repubblica che dispone anche il sequestro preventivo di beni per un valore di 12.756.281,29 euro, a carico di imprese e loro rappresentanti legali coinvolti nelle indagini.
Le imprese sono destinatarie anche di una misura interdittiva disposta dal Gip, che vieta alle stesse ditte, per la durata di un anno, di stipulare contratti con qualsiasi pubblica amministrazione. L’operazione, denominata “Chaos” e coordinata dal pm Benedetta Callea, interessa il tratto dell’autostrada ricompreso fra gli svincoli delle Serre e di Mileto.
Diversi imprenditori finiti ai domiciliari sono residenti in Lombardia. L’inchiesta ha svelato un “sistema” di esecuzione dei lavori caratterizzato da una serie di falsi ideologici che avrebbero consentito alle imprese appaltatrici di mettere in atto una vera e propria truffa capace di mettere a rischio anche l’incolumità degli automobilisti per la scarsa qualità dei materiali adoperati.
Questi i nomi degli indagati finiti in carcere: Gregorio Cavalleri, Vincenzo Musarra, Carla Rota e Domenico Gallo. Ai domiciliari, invece: Consolato Cutrupi, Giovanni Fiordaliso, Salvatore Bruni, Vincenzo De Vita e Antonino Croce. Indagati a piede libero Maurizio Panarello, Dino Laporini e Giuliano Gini.