Un primo set regalato e la consapevolezza di non essersela giocata al meglio. Fabio Fognini viene sconfitto con un netto 6-1 7-5 da Rafael Nadal che centra la finale del Masters 1000 di Miami in 1 ora e 31 minuti e ora attende il vincente dell’altra semifinale tra Nick Kyrgios e Roger Federer.
L’azzurro, parso meno brillante rispetto a inizio torneo, paga l’avvio contratto e un rendimento pessimo sulla seconda (solo 32% di punti vinti), lasciandosi andare alla frustrazione e agli errori dopo essere arrivato anche sul 5-5 del secondo parziale nel momento decisivo del secondo set e dice addio (con qualche rimpianto) al sogno della prima finale in carriera in un Masters 1000.
Nadal parte subito in pressione sia in battuta sia in risposta, alla ricerca dell’errore dell’azzurro, che nel quarto game crolla al servizio (3 non forzati consecutivi) e concede il break a zero allo spagnolo. Nadal spacca in due il set con un parziale di 12 punti a 2 (a partire dall’1-1) e la reazione di Fognini (1 solo punto vinto con la seconda) non arriva: l’azzurro si fa rimontare dal 40-0, sbaglia malamente uno smash a rimbalzo e perde il primo set 6-1 in soli 25 minuti.
Nel secondo set, Fognini prova a resettare: dopo una breva pausa, l’azzurro tiene il primo turno di battuta annullando una palla break (spagnolo micidiale oggi sugli angoli) con 3 punti diretti alla battuta. Nel terzo game, Fognini si trova sullo 0-40, ma riesce ad annullare 4 palle break, mentre nel quinto game ha bisogno di 6 vantaggi per portarsi sul 3-2. Nadal tiene con autorità i turni di battuta, ma anche l’azzurro sembra essere finalmente entrato in partita
Fognini non va lontano dalla palla break nell’ottavo gioco e tiene a 15 la battuta nel nono game: l‘azzurro prova ad aggredire in risposta sul 5-4, commette un paio di errori, tira la racchetta per terra. L’inerzia torna tutta dalla parte del spagnolo, che nell’undicesimo gioco trova il break (con Fognini che lancia ancora la racchetta per frustrazione) e chiude il match 6-1 7-5. Una vittoria meritata e indiscutibile per Nadal, ma Fognini può a ragione maturare qualche rimpianto.