Per molti un passo indietro epocale nella lotta ai devastanti gas serra, per Trump la chiave giusta verso l’indipendenza energetica degli Usa. Con la promessa di “mettere fine alla guerra al carbone“, il presidente statunitense ha firmato un ordine esecutivo con il quale elimina le regole volute dal suo predecessore Barack Obama.
La risposta trumpista ai fallimentari tentativi di smantellare l’Obamacare arriva quindi dalla sede di Washington dell’Energia per la protezione ambientale. Con un decreto il presidente ha ordinato di rivedere le norme per la riduzione delle emissioni inquinanti delle industrie americane, regole contenute nel Clean Air Act.
Il tycoon ha quindi rilanciato la produzione nelle miniere di carbone per il funzionamento delle centrali elettriche e degli impianti di estrazione di gas e petrolio: “Rimetteremo i minatori al lavoro. Con me si mette fine alla guerra al carbone”, ha poi aggiunto Donald Trump.
Trump vuole “aumentare l’indipendenza energetica del Paese e ricreare migliaia di posti di lavoro mandati in fumo”. In fumo però andranno anche gli accordi con cui Barack Obama si era impegnato a ridurre le emissioni di carbonio degli Usa di almeno il 26% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025.
Gli esperti che sottolineano inoltre come l’impatto delle nuove norme rischia di essere abbastanza limitato perché le industrie energetiche americane difficilmente torneranno indietro, dopo la svolta verso l’uso del gas naturale e delle fonti alternative come il solare e l’eolico.
E si parla anche della revisione delle norme che impongono restrizioni alla pratica del fracking per estrarre gas e petrolio e alle trivellazioni offshore. Stop anche al ricorso al cosiddetto “social cost carbon“, la pratica per stabilire l’impatto sul clima delle decisioni prese in campo energetico
Intanto il Congresso degli Stati Uniti, con 215 voti a favore e 205 contrari, ha abolito ieri la normativa che avrebbe imposto ai provider (Isp, Internet Service Provider), di ottenere il consenso degli utenti americani per poter vendere alle agenzie pubblicitarie la storia delle loro ricerche o le app scaricate.