Dopo gli impegni con la Nazionale è tempo di rituffarsi nel campionato per Gigi Buffon, che ad un evento promozionale ha incontrato la stampa e ha parlato del futuro, sia immediato sia al lungo termine. Prima però un commento sul caso Barzagli, nel quale il capitano bianconero e azzurro difende il proprio compagno di squadra.
“Non è la prima volta che si discute di rientri o cose del genere – ha affermato – : manchiamo un po’ di fantasia, forse non c’era altra roba da scrivere ed è stato montato un caso. Su di lui non c’è nulla da dire, non ha lasciato il ritiro per questioni fisiche. Aveva problemi suoi e se è andato fuori a cena ha fatto bene. Sono polemiche che non mi hanno fatto alcun effetto”.
Nel futuro a lungo termine c’è Donnarumma (protagonista ieri contro l’Olanda): “È successo altre volte che vedessi qualcun altro al mio posto; c’erano già stati Sirigu, Marchetti, Perin. Credo sia giusto così, nessuno è eterno ed è giusto che anche gli altri abbiano la possibilità di dimostrare il proprio lavoro. Donnarumma è un ragazzo con qualità enormi, fisiche e mentali. Regge bene le pressioni con il Milan e in azzurro, ha un futuro importante. Potrebbe essere mio figlio”.
Nel futuro a breve tempo, invece, c’è il sogno triplete: “In aprile ci giochiamo tanto. Dietro ci sono 9 mesi di lavoro. È la parte bella, quella per cui ogni giocatore fa questo lavoro. Messaggi al Napoli? Non ho messaggi, non sono un messaggero (ride, ndr.). Mi associo a quanto detto da Sarri, speriamo sia una bella partita in cui emigrano i valori dello sport. Con Insigne abbiamo parlato del tipo di accoglienza (“calorosa”) che riceveremo: speriamo tutto vada per il meglio. Il Barcellona? Dopo il sorteggio ti senti un leone, coraggioso… poi nel sottopassaggio pensi a non fare figure di merda… ci proveremo”.
Sul caso Juve ultras, il capitano bianconero invece taglia secco: “Sul caso tifosi non ho nulla da aggiungere: per la Juventus ha risposto in modo esauriente il presidente Agnelli. I tifosi fanno parte della società civile. Se possono andare allo stadio, o girare per la strada, significa che sono cittadini come gli altri”.