Secondo una sentenza del Tar della Liguria, un imprenditore può usare un’arma legittimamente detenuta per difendere i beni aziendali all’interno del luogo dove viene esercitata la sua attività, quando esiste il pericolo d’aggressione. È ancor più lecito dopo aver denunciato diversi furti ai danni della propria ditta.
È stato quindi accolto il ricorso di un impresario che si era visto negare dal Prefetto di Savona il rinnovo della licenza di porto di pistola per difesa personale. L’imprenditore aveva anche la necessità di trasportare spesso denaro contante per il pagamento di clienti e fornitori.
“La comunicazione dei motivi ostativi si è limitata a rilevare che il ricorrente potrebbe avvalersi dei servizi del sistema bancario per evitare il trasporto di elevate somme di denaro, e che non ha subito minacce, aggressioni e reati di altro genere contro la persona”, spiega il Tar nella sentenza.
Tali motivazioni “non erano mai state ritenute sufficienti a negare il dimostrato bisogno per il rilascio della licenza per porto di pistola”. L’ordinamento, prosegue il Tar, considera “scriminante l’uso di un’arma legittimamente detenuta anche al fine di difendere i propri beni all’interno di un luogo ove venga esercitata un’attività imprenditoriale, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione”.