Il giorno dello strappo. Giornata turbolenta in Lega di Serie A a Milano, dove nel corso della assemblea si è consumata la frattura tra le 6 big del calcio italiano e il resto delle squadre della massima serie (anche il Chievo che ha scelto di lasciare la lega).
Ad annunciare la rottura è Adriano Galliani, designato come portavoce di Milan, Juve, Inter, Napoli, Roma e Fiorentina e che ha lasciato la sede milanese della Lega dopo circa 2 ore di assemblea : “La frattura è insanabile. Non è possibile andare avanti con i lavori, noi rappresentiamo l’80 per cento dei tifosi in Italia. La Governance è una foglia di fico, il problema è come al solito la ripartizione dei diritti televisivi”.
E nel frattempo (in assenza di un nuovo presidente eletto) si profila anche l’ipotesi commissariamento: “Non è affar nostro. Vadano avanti i club rimasti al tavolo, se andranno avanti… Di certo non potranno decidere su questioni economiche, che sono preponderanti, perché ci vogliono 15 voti (tra esse figurano anche la modifica dello statuto e la nomina di due consiglieri federali incuto Lega Serie A “.
>GALLIANI SMENTISCE L’IPOTESI SCALATA
Oggi dunque, nessuna nuova elezione (saltata l’ipotesi Leandro Cantamessa, legale e membro del consiglio di amministrazione del Milan), un altro nulla di fatto, l’ennesimo rinvio… e nel frattempo i vertici del calcio italiano sono sempre più divisi.
Netta la posizione del presidente Coni Giovanni Malagò: “Io non faccio il tifo per niente, tanto meno per il commissariamento della Lega Serie A. Ma il commissariamento diventerebbe indispensabile se non si dovesse arrivare a un accordo nei tempi previsti delle norme”.