Secondo la Procura di Catania, i giovani scafisti non scelgono liberamente di fare i “traghettatori”, ma sono costretti dalle organizzazioni criminali. Per il pm Carmelo Zuccaro, agiscono “sotto stato di necessità, per questo non è configurabile per loro il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“.
Zuccaro ha illustrato la linea della Procura di Catania di fronte alla commissione Schengen. La decisione fa seguito anche a pronunce del Tribunale del Riesame.
“Le ong non inseguono profitti privati, ma si rendono responsabili della violazione dell’art. 12 della Bossi-Fini? – si chiede Zuccaro – Appena si verificherà uno di questi casi verrà aperta un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“.
Secondo Zuccaro “si può dubitare del fatto che si sceglie sempre il porto d’approdo e si portano in Italia migranti che non dovrebbero arrivare”. Il procuratore spiega che la “convenzione di Ginevra impone di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino, e questo non avviene”.
Zuccaro però poi ha precisato che tale condotta “non rappresenta una violazione penalmente perseguibile“. Per il pm “la magistratura applica le leggi e un’eventuale inchiesta non sarebbe la soluzione al problema”. “Il resto è nelle vostre mani, è responsabilità della politica”.