La fumata sui Trattati di Roma è bianca. Si sono conclusi positivamente i negoziati per definire il testo della dichiarazione che sarà siglata il 25 marzo al Campidoglio, in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma.
Era atteso un compromesso che avvicinasse i Paesi dell’Est Europa del gruppo di Visegrad, ovvero Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, e così è stato. Questi Stati erano scettici sulla formula dell’Ue a più velocità. Il testo potrà ora essere firmato da tutti i 27 Paesi membri dell’Unione.
In particolare, è stato inserito un riferimento ai trattati in vigore, nei quali già esiste la possibilità del ricorso a cooperazioni rafforzate, con carattere aperto e non escludente.
La Grecia, però, si è riservata di rispondere: ha chiesto rassicurazioni sulla seconda revisione del suo debito pubblico, questione estranea ai temi della dichiarazione e che comunque si conta di riuscire a superare.
Il testo finale sarà di circa una pagina e mezza. La prima parte sarà dedicata ai traguardi raggiunti dall’Ue in questi 60 anni, una seconda, invece, riguarderà le sfide esterne dell’Unione, tra cui quella posta dall’amministrazione Trump, e una infine con le priorità da perseguire nei prossimi 10 anni, come già annunciato la scorsa settimana dal premier Gentiloni alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.