L’alta concentrazione di colesterolo è spesso causa di ictus e infarti. In questi casi è fondamentale tenere a bada il livello, tentando di prevenire eventi cardiovascolari di grave entità. A volte però abbassare il colesterolo è difficil: in questi casi è utile la somministrazione di un’innovativa classe di farmaci, gli inibitori della proteina PCSK9.

Nati negli anni duemila, questi anticorpi sono capaci di abbassare i livelli di colesterolo, riducendo i rischi di eventi cardiovascolari. Per chi soffre di ipercolesterolemia familiare, patologia di origine genetica che affligge una persona su 200, è difficile tenere a bada i livelli di colesterolo, nonostante attività fisica e farmaci tradizionali.

In questi casi ad essere alterato è un gene che produce un recettore che cattura il colesterolo, trasportandolo all’interno della cellula. La proteina PCSK9 è capace di trasportare e distruggere questi recettori, dando dei benefici anche a livello cardiovascolare.

Una vera e propria rivoluzione raccontata nei giorni scorsi a Washington al congresso dell’AAC, l’American College of Cardiology. I risultati provengono dallo studio FOURIER, pubblicato al congresso sul New England Journal of Medicine.

“Per la prima volta – ha detto Marc S. Sabatine, professore presso l’Harvard Medical School – siamo riusciti a dimostrare che la riduzione del colesterolo cattivo attraverso l’inibizione del PCSK9 risulta in un beneficio cardiovascolare clinicamente significativo. Questi benefici sono stati possibili portando il colesterolo LDL fino a una mediana di 30 mg/dL, molto al di sotto degli attuali target, e più i pazienti rimanevano in trattamento e maggiore era la riduzione del rischio. Tali risultati supportano la necessità di una riduzione del colesterolo LDL molto consistente e a lungo termine in pazienti con malattia cardiovascolare”.