Sale sempre di più la tensione tra la Turchia e la Germania, dopo l’annuncio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan dell’imminente processo che vedrà imputato il reporter Deniz Yucel di fronte alla “magistratura indipendente” turca. Il giornalista era stato arrestato in Turchia il 27 febbraio ed è accusato di “propaganda a sostegno di organizzazione terrorista” e “incitamento alla violenza pubblica”.
Secondo Erdogan, Yucel sarebbe un agente terrorista e “Grazie a Dio è stato arrestato”. Le accuse di Erdogan però non si fermano qui, con il presidnete che dalla tv si scaglia anche contro a Angela Merkel: “Tu ci chiedi indietro un terrorista e stai usando metodi nazisti. Contro chi? Contro i miei concittadini turchi in Germania e i miei ministri”.
In Germania, nel frattempo si susseguono le iniziative di protesta: sono stati infatti cancellati alla i comizi di ministri turchi nel Paese in vista del referendum costituzionale del 16 aprile, mentre oltre 30 mila curdi hanno protestato ieri in piazza a Francoforte esibendo i simboli del Pkk (motivo per cui il ministero degli Affari esteri turco ha convocato l’ambasciatore tedesco ad Ankara).
“Con il pretesto del Newroz, hanno mostrato bandiere e cartelloni di un’organizzazione terrorista. Ieri la Germania ha posto il proprio nome su un altro scandalo – ha affermato la portavoce del presidente, Ibrahim Kalin – tutto questo è stato condannato nella maniera più dura”. Questa la posizione di Martin Schulz a Berlino, parlando all’SPD (del quale è stato eletto capo all’unanimità): “Bisogna dire chiaramente a Erdogan che così non va. E la sua strategia prima o poi fallirà”.
La situazione resta critica anche con la Danimarca, dove il ministro degli Esteri danese, Anders Samuelsen, ha convocato l’ambasciatore turco per parlare delle minacce rivolte ad alcuni turco-danesi che sarebbero state rivelate da un articolo del Berlingske, che riferisce di minacce di denuncia per “alto tradimento” o di vedere le loro famiglie inquisite in patria.