Dopo il cucchiaio di legno, anche il whitewash. L’Italia chiude nel peggiore dei modi il Sei Nazioni 2017, perdendo anche all’ultima giornata (5 sconfitte su 5 nel torneo e 0 punti in classifica), cedendo alla Scozia con il punteggio di 29-0.
Troppi gli errori azzurri, protagonisti di una prestazione deludente sul piano offensivo: nel primo tempo bene 3 gli errori su calci piazzato da parte di Canna, mentre la trincea azzurra resiste mezzora prima di concedere 2 mete ai padroni di casa (firmate Russell e Scott).
Nella ripresa, poi l’Italia fallisce ottime occasioni per andare in meta e subisce le marcature di Visser e Seymour che regalano agli scozzesi il punto di bonus (che potrebbe valere il secondo posto nel torneo) e la certezza di aver effettuato il salto di qualità (soprattutto mentale) per competere con le big del torneo. Un salto di qualità che per l’Italia sembra ancora lontano, troppo lontano.
Proprio sulle prospettive future, arrivano le dure dichiarazioni del ct Conor O’Shea, che afferma: “Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, niente mi fa smettere di credere in questo gruppo. Dobbiamo creare però una struttura diversa nel rugby italiano e prendere decisioni che daranno fastidio. La Nazionale deve venire prima: gli altri Paesi come Galles, Irlanda e Scozia hanno fatto scelte difficili, ma sono state scelte difficili che hanno pagato. Tutti, in Italia, devono mettersi l’ego in tasca e capire la Nazionale deve venire prima di tutto”.