Andrea Agnelli è stato deferito dalla procura federale della Figc in riferimento all’inchiesta sportiva scaturita da “Alto Piemonte”, l’indagine della Procura di Torino sulla gestione die biglietti da parte del club bianconero e i presunti rapporti con la criminalità. L’udienza preliminare in sede ordinaria è fissata per il 23 marzo a Torino: la Juventus e i suoi dirigenti non sono indagati a livello penale.
In merito al deferimento in sede di giustizia sportiva, invece, Agnelli ha dichiarato: “Tale deferimento riguarda il sottoscritto, il dottor Francesco Calvo, all’epoca nostro dirigente, il signor Alessandro D’Angelo e il signor Stefano Merulla. Questa società, i suoi dipendenti, il sottoscritto non hanno nulla da temere. Nei mesi scorsi abbiamo collaborato con la Procura di Torino, nella veste di testimoni, nel quadro di una indagine per rapporti con la criminalità organizzata. Oggi la Procura federale emette un deferimento”.
Dopo i fatti, l’attacco contro le istituzioni sportive: “Tutto ciò è inaccettabile ed è frutto di una lezione parziale. Mi difenderò, difenderò i miei collaboratori e difenderò il buon nome della Juventus, troppe volte è stato infangato da procedimenti sperimentali da parte della giustizia sportiva. Alcuni di voi si sono esercitati ad ipotizzare un presunto cambio di dirigenza alla Juventus. Niente di piu sbagliato, abbiamo intenzione di continuare e fare crescere la Juventus ancora per molto tempo”.
Agnelli poi aggiunge e ribadisce: “Non ho mai incontrato boss mafiosi, a cadenze regolari ho incontrato tutte le categorie di tifosi. Sempre alla luce del sole, se alcuni di questi personaggi hanno assunto oggi una veste diversa per la giustizia penale, all’epoca non era noto. Queste persone erano libere e non avevano alcuna restrizione. La Juve non può sostituirsi alle forze dell’ordine”.