La Domenica di Pasqua non si tocca. É più o meno questo il senso delle dichiarazioni di monsignor Antonino Raspanti in merito al match Roma – Atalanta della 32esima giornata, che la Lega di Serie A potrebbe essere costretta a programmare in posticipo nel giorno della domenica di Pasqua, il 16 aprile.
La motivazione dell’eventuale spostamento è di carattere logistico (necessario in caso di accesso ai quarti di Europa League da parte dei giallorossi) ma andrebbe ad intaccare un classico del calcio italiano, cioè “niente calcio a Pasqua” (che comunque vanta 2 soli precedenti: Perugia-Inter dell’anno 2004 e Reggina-Udinese del giorno di Pasqua 2009 – in entrambi i casi a causa proprio delle coppe europee e dei problemi di calendario).
Queste le parole del vescovo di Acireale e presidente della commissione per la cultura e lo sport della Conferenza Episcopale italiana: “Non vogliamo esprimere nessuna protesta né fare battaglie ideologiche, ma si tratta davvero di una decisione che ci rincrescerebbe. Lo dico da persona che ama il calcio. Tra l’altro, sarebbe tecnicamente possibile giocare il lunedì di Pasquetta e allora perché forzare i tempi e giocare proprio nella domenica di Pasqua?”.
Raspanti ha aggiunto: “Si rinviano tante partite che poi vengono recuperate a causa di maltempo o di eventi particolari. Perché allora non farlo anche in questa occasione, anziché creare un precedente? La verità è che non c’è più rispetto dei tempi. Non c’è più nulla che abbia importanza, tutto può essere schiacciato per gli interessi televisivi o pubblicitari e dunque anche la Pasqua cristiana e il rispetto delle tradizioni religiose”.
Questa la replica del presidente della Lega serie A Maurizio Beretta, che intende difendere le esigenze di programmazione: “Guardiamo con grandissimo rispetto alle osservazioni della Chiesa. Il turno è stato programmato di sabato, non a Pasqua, ma non si può negare un diritto alla Roma. Il club giallorosso avrebbe il diritto di chiedere il posticipo della sua partita. Del resto ci sono due precedenti”.