Traffico illecito di rifiuti, estorsione e rapina eseguite con il metodo mafioso, usura, corruzione, falso in atto pubblico e traffico di influenze illecite. Con queste accuse i carabinieri di Catania hanno tratto in arresto 14 persone tra Palermo, Siracusa e lo stesso capoluogo etneo.
È stato disposto il sequestro preventivo per la confisca di sei imprese e dei rispettivi beni aziendali il cui valore complessivo è stimabile in almeno 50 milioni di euro, eseguito da personale del Gico della Guardia di Finanza. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catania, hanno consentito di fare emergere gli affari e i collegamenti nel settore del traffico dei rifiuti.
Protagonisti dell’affare criminale sono due imprenditori locali, padre e figlio, appartenenti a Cosa nostra catanese, legati direttamente a un boss per il quale agivano anche quali prestanome.
Realizzavano di enormi guadagni derivanti dalla gestione e dal trattamento illecito di tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale, anche grazie alla connivenza di funzionari della Regione siciliana, responsabili del rilascio delle autorizzazioni.
In manette sono finiti: Antonino Paratore, Carmelo Paratore, Salvatore Grillo, Giuseppe Verderame, Gianfranco Cannova, Salvatore Salafia, Simone Piazza, Salvatore D’Amico, Agata Di Stefano, Antonino Di Vincenzo, Maurizio Cottone, Amara Giuseppe, Amara Giovanni, Mauro Verace.
“Saranno immediatamente sospesi i funzionari della Regione coinvolti nello scandalo sul traffico di rifiuti pericolosi nel catanese scoperto dai carabinieri e dalla Dda di Catania ai quali vanno il ringraziamento e le congratulazioni mie personali e dell’intero governo per il grande lavoro di pulizia che stanno facendo”, dichiara il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. “Non ci troviamo di fronte alla semplice corruzione ma a un danno alla salute dei cittadini e dell’ambiente. Non faremo sconti, i funzionari saranno sospesi nelle more della procedura di licenziamento”.