Secondo una sentenza della Corte europea dei diritti umani, chi gestisce un blog non può essere ritenuto legalmente responsabile per i commenti diffamatori pubblicati anonimamente dagli utenti.
Ci sono però dei paletti ben precisi. Ad esempio, il commento non deve ricadere nella categoria del discorso d’odio o dell’incitamento alla violenza: a risponderne in questo caso sarebbe il gestore del blog.
I giudici spiegano che “in casi come questo bisogna trovare un equilibrio fra il diritto individuale al rispetto della vita privata e il diritto di libertà d’espressione di cui gode ogni individuo o gruppo che gestisce un portale internet”.
Tra i punti che la Corte ha preso in considerazione: il commento era offensivo ma non tale da arrivare all’odio o incitamento di violenza; era stato pubblicato su un piccolo blog gestito da una associazione no-profit; era stato tolto il giorno stesso in cui il querelante aveva presentato la denuncia e, infine, era stato sul blog per soli nove giorni.