Un’operazione antidroga della polizia ha portato all’arresto di un gruppo di ultrà dell’Atalanta. Sono stati fermati con l’accusa di traffico e spaccio di droga, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale.
Dalle indagini è emerso che i tifosi nerazzurri, prima di assistere a una partita, acquistavano e assumevano cocaina nei pressi o anche dentro lo stadio, compiendo poi azioni violente.
Le indagini sono iniziate nel settembre 2015.
In tutto sono venti le persone arrestate tra ultras e spacciatori nell’ambito dell’operazione denominata ‘Mai una gioia’.
Per 11 si sono aperte le porte del carcere, per 9 domiciliari e obblighi di firma. L’inchiesta ha consentito di acquisire gravi elementi indiziari a carico di un gruppo di italiani, nonché di un cittadino albanese e di uno serbo, in prevalenza ultras dell’Atalanta, dediti alla cessione di ingenti quantitativi di droga, anche tra i tifosi della tifoseria stessa. Tra gli indagati anche un settantatreenne e un sessantatreenne.La modalità di azione, con il consumo di droga nei pressi dello stadio seguito dalle violenze, è stato accertato anche prima degli scontri avvenuti, nel gennaio 2016, nel centro di Bergamo, dopo la partita contro l’Inter. Tra gli indagati destinati all’arresto c’è anche il figlio di un pubblico ministero.