Ancora una bufera si abbatte sul Parlamento Siciliano e sull’amministrazione regionale. Nove dipendenti di Riscossione Sicilia, la società pubblica che si occupa di recupero dell’evasione, sono indagati per abuso d’ufficio. Secondo la procura di Catania, avrebbero agevolato tre deputati regionali dell’Assemblea siciliana che avevano debiti con il Fisco cancellando un fermo amministrativo e chiudendo illecitamente procedure esecutive di pignoramento, causando un danno erariale di 390mila euro. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Fabio Regolo, sono coinvolti agenti, funzionari e dirigenti di Riscossione Sicilia, in servizio nella sede provinciale di Catania della società.
I tre parlamentari regionali che sarebbero stati favoriti, così come fa sapere l’Agenzia Ansa, sono Nello Musumeci, leader del movimento ‘DiventeràBellissima’; Nino D’Asero, attuale capogruppo del Ncd all’Assemblea e Raffaele Nicotra, deputato regionale del Pd. Sempre secondo l’accusa, Musumeci e D’Asero avrebbero ottenuto la chiusura di procedure esecutive di pignoramento presso terzi nonostante avessero ancora dei debiti con Riscossione. Nicotra invece sarebbe stato favorito con la cancellazione di un fermo amministrativo di un veicolo e con la chiusura di una procedura esecutiva di un pignoramento immobiliare pur avendo anche lui ancora dei debiti col fisco.
Immediate le reazioni dei deputati coinvolti. Nino D’Asero: “Mai ricevuto nessuna istanza di pignoramento. Ho rateizzato quanto dovevo alla Serit, così come consentito ad ogni cittadino, e sto regolarmente pagando. Essere tirato in ballo in fatti che sconosco è veramente grave”. Nello Musumeci: “Sono un cittadino come tutti gli altri, che paga le tasse e le rateizza dal 2009. Pago persino quelle che potrebbero non essere dovute, come le multe per le migliaia di manifesti della campagna elettorale del 2012, che sono stati affissi in tutta la Sicilia e di cui mi sono fatto responsabilmente carico”. Raffele Nicotra: “Respingo sdegnato ogni contestazione che arriva da Riscossione Sicilia, ormai diventata una vergogna sia in ambito regionale che nazionale. Al tempo stesso, resto a disposizione della magistratura per qualsiasi chiarimento”.
L’indagine è partita da esposti presentati dall’attuale amministratore unico di Riscossione Spa, l’avvocato Antonio Fiumefreddo, che più volte ha denunciato presunte ‘agevolazioni illegittime’ da parte di personale della società nei confronti di politici debitori col Fisco.