Le due donne arrestate nell’ambito dell’uccisione di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, rischiano la pena di morte.
Dovranno comparire mercoledì in tribunale per rispondere di omicidio e se l’indonesiana Siti Aisyah e la vietnamita Doan Thi Huong, saranno riconosciute colpevoli, saranno condannate a morte.
Il fratellastro di Kim Jong-un è stato ucciso, lo scorso 13 febbraio, spruzzandogli sul viso del gas nervino che nel giro di pochi minuti ne ha causato la morte.
La donna indonesiana ha riferito che alcuni uomini l’hanno ingaggiata per effettuare uno scherzo per un programma televisivo nei confronti di Kim, pagadola 400 ringgit, circa 85 euro.
Le indagini non si sono comunque fermate e le autorità malesi rimangono sulle tracce di altri quattro nordcoreani, accusati di aver pianificato l’aggressione e hanno chiesto di poter interrogare un diplomatico dell’ambasciata e un dipendente della compagnia aerea statale che sono stati visti con i sospetti prima di lasciare il Paese.