Si continua a indagare su Anis Amri, l’autore della strage di Berlino. Nella sua rubrica del telefono sono stati trovati i numeri di cinque studenti italiani che sono stati interrogati.
“Spacciava, era gentile e parlava bene italiano”, hanno detto. Il tunisino era nel mirino degli 007 tedeschi: la sua deriva islamica era nota ma anche il fatto che fosse un pusher (vende e consuma droga), a cui si rivolgevano i giovani in vacanza a Berlino. Amri aveva ben 14 identità.
A luglio del 2016, ricostruisce Il Corriere della Sera, il tunisino è protagonista di una rissa tra pusher in un parco pubblico della capitale tedesca. Il 30 luglio alle autorità che lo fermano su un bus diretto in Svizzera esibisce documenti italiani falsi. Dopo due giorni in cella, Amri è rilasciato perché Tunisi non risponde in tempo per organizzare l’espulsione.
In questo periodo gli studenti italiani, alcuni di Chieti, altri di Palermo, in vacanza a Berlino, per caso incontrano il tunisino e decidono di comprare droga. Il 21 settembre gli 007 tedeschi smettono di intercettarlo: Amri non è più considerato una minaccia terroristica.