La trasferta di san Siro contro l’Inter o lo stadio? Tanti i temi di interesse nella conferenza stampa di Spalletti alla vigilia di Inter – Roma, che però viene “offuscata” dalla vicenda del nuovo impianto (con il quale club ha trovato un accordo con il comune).
Una vicenda in cui Spalletti si era anche esposto in prima persona e che porta il tecnico a giocare con la scaramanzia: “Quando una personalità come il sindaco Raggi riesce a trovare tutela e soddisfazione per tutti con il dialogo ha raggiunto il massimo. Io nel nuovo stadio? Può essere, ma lo stadio ci sarà tra 5-6 anni… Se mi aiuti, ti dirò se sarà morto oppure no in quegli anni lì… (ride, ndr.)”.
Poi torna serio: “La gente lo ha capito: c’è da fare risultati e se non si fanno cambia tutta la prospettiva. Bisogna vincere è un concetto corretto. Da qui in avanti del rinnovo ne parlerò con la società e basta. Lo stadio è un risultato importante e straordinario. Gli stadi di proprietà danno sbocchi sugli introiti e sulla passione degli sportivi. Troppe cose ruotano intorno e noi abbiamo sempre più responsabilità. Questa squadra sarà più ambita di quello che è adesso”.
Sul campo, invece, Spalletti cerca di non pensare ai tanti impegni: “Se guardo il calendario dico che è un periodo molto intenso, ma dobbiamo pensare una gara alla volta: sono tutte difficili, non cadiamo nel tranello. Non so quanto sia merito di Pioli, ma lui sa parlare ai giocatori e hanno trovato gli equilibri”.
Sul fronte formazione dice: “Ci saranno tanti duelli, perché le squadre giocano sostanzialmente a specchio. La gara con il Villarreal? Giocare sempre con gli stessi è quasi impossibile. Manolas però è disponibile e gioca. Gerson? Deve maturare, e lo scarso utilizzo dipende anche da chi hai davanti. L’Inter ha grandi nomi, con tanta qualità, ma tra Icardi e Dzeko io mi tengo sempre i miei calciatori”.