Election day in Ecuador dove oggi si terranno le elezioni presidenziali e legislative che segneranno la fine dell’era del socialista Rafael Correa, da 10 anni al potere. L’ormai ex presidente ha dichiarato di volersi ritirare a vita privata in Belgio lasciando un paese spaccato da una grave crisi economica e da scandali di corruzione.
Circa 12,8 milioni di ecuadoriani sono chiamati a decidere se continuare la “revolucion ciudadana“, la rivoluzione cittadina di Correa o se imprimere una svolta conservatrice, sul modello di Argentina, Brasile, Perù. I favoriti dai sondaggi sono l’ex vicepresidente Lenin Moreno, candidato dell’Alleanza Paese (AP, al governo) e l’ex banchiere Guillermo Lasso, principale esponente della destra che corre per il movimento Creo (Io credo).
Lasso ha detto che se sarà eletto revocherà l’asilo al fondatore di Wikileaks Julian Assange, rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra dal 2012. Oltre al presidente e al vice-presidente, oggi si eleggono i 137 deputati dell’Assemblea nazionale e cinque rappresentanti al parlamento andino.
Per vincere al primo turno, il successore di Correa deve raccogliere almeno il 40% dei voti, con 10 punti percentuali di vantaggio sul secondo candidato. Moreno, secondo i sondaggi, può contare sul 32,3% delle preferenze, mentre Lasso si fermerebbe al 21,5%. Seguono l’ex deputata di destra Cynthia Viteri (14%) e l’ex sindaco di Quito Paco Moncayo (7,7%).