Proseguono le indagini sulla morte di Kim Jong-nam, fratellastro maggiore del leader di Pyongyang Kim Jong-un, assassinato lunedì mattina all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. La polizia malese ha arrestato un uomo in possesso di un passaporto nordcoreano.
È stata la stessa polizia, in un breve comunicato, a darne notizia: l’uomo è stato rintracciato a Selangor, vicino a Kuala Lumpur, ed era in possesso di un documento d’identità su cui compariva il nome Ri Jong-chol, nato il 6 maggio del 1970.
Si tratta della quarta persona fermata dopo due donne, una vietnamita e una indonesiana, e il fidanzato di quest’ultima. Le due donne però negano di essere responsabili: la 29enne vietnamita Doan Thi Huong e la 25enne indonesiana Siti Aisyah affermano di essere state ingaggiate da una finta troupe televisiva per una candida camera, che all’arrivo della vittima avrebbe fornito del gas nervino VX a loro insaputa.
Sempre la polizia ha spiegato che è stata eseguita una seconda autopsia sul corpo di Kim Jong-nam per capire le cause del decesso, situazione che ha provocato la dura reazione dell’ambasciatore nordcoreano Kang Chol: “Rigetteremo in modo categorico l’esito dell’autopsia condotta unilateralmente senza la nostra presenza”, ha detto accusando la Malaysia di aver “violato le elementari leggi internazionali e le leggi consolari” negando la presenza di rappresentanti nordcoreani all’autopsia.