Passo indietro per Donald Trump sul fronte immigrazione? Assolutamente no, il presidente degli Stati Uniti infatti rilancia annunciando per la prossima settimana un nuovo decreto per la sicurezza, “per proteggere i confini del Paese”. Un “bando-bis” sulle restrizioni agli ingressi giustizia, stavolta “a prova di giudici”.
“Non mi tirerò mai indietro dal difendere l’America e manterrò fino all’ultimo le mie promesse“, ha affermato Trump parlando in diretta tv. Il tycoon spiega come attorno a lui si sia creato un clima avvelenato fondato su “false notizie”. Definisce addirittura di “una barzelletta” i report dei media sui contatti dei responsabili della sua campagna elettorale con funzionari e spie russe.
E sulla ‘Russian connection’ il presidente Trump utilizza toni durissimi. Il Wall Street Journal comincia ad evocare persino lo spettro del Watergate e dell’impeachment. Davvero troppo per il presidente americano che dichiara quindi una guerra senza precedenti alle ‘gole profonde’ annidate nei servizi di intelligence e complici della stampa “disonesta”.
Intanto il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha smentito che l’amministrazione Trump abbia intenzione di mobilitare fino a 100mila unità della Guardia nazionale nella stretta contro gli immigrati irregolari. “Non è vero. 100% falso”, scrive sul suo profilo Twitter rinviando all’indiscrezione rilanciata dall’Associated Press.
Trump ha anche ordinando al dipartimento di Giustizia l’apertura di un’inchiesta e spiega come Michael Flynn, nel parlare con l’ambasciatore russo a Washington, “faceva solamente il suo lavoro”, silurato da consigliere per la sicurezza nazionale solo perché ha mentito al vicepresidente Mike Pence.
Ma Flynn, come ha svelato poche ore dopo il Washington Post, avrebbe mentito anche all’Fbi, in un interrogatorio nel quale avrebbe sostenuto di non aver discusso delle ultime sanzioni americane con l’ambasciatore russo prima che Trump si insediasse, contraddicendo il contenuto di intercettazioni telefoniche e rischiando ora una incriminazione per falso.
Intanto Robert Harward ha rifiutato l’incarico di Consigliere per la sicurezza nazionale che gli era stato offerto dopo le dimissioni di Michael Flynn.