I rapporti tra le agenzie di intelligence e il presidente Donald Trump preoccupano gli Usa. Secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, alcuni ex funzionari avrebbero rivelato che alcune informazioni sensibili non sarebbero state comunicate al presidente Trump nel timore che potessero esserci fughe di notizie o che quelle stesse informazioni potessero essere compromesse.
Il quotidiano statunitense sottolinea la “profonda sfiducia creatasi tra la comunità dell’intelligence e l’amministrazione Trump”. A preoccupare l’intelligence sono i presunti legami con la Russia e l’incoraggiamento di Trump, rivolto al Cremlino, a hackerare le e-mail di Hillary Clinton, sua rivale alle elezioni presidenziali.
Un portavoce dell’Office of Director of National Intelligence ha commentato: “L’ipotesi che l’intelligence stia nascondendo delle informazioni e che non stia fornendo il miglior servizio possibile al presidente e al suo team per la sicurezza nazionale non è vero”.
“I riflettori si sono finalmente accesi sugli spregevoli responsabili delle fughe di notizie! Saranno catturati!”, ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “Le fughe di notizie, e persino le fughe illegali di notizie classificate, sono un grave problema a Washington da anni. Lo scarso New York Times (e altri) devono scusarsi”, ha aggiunto.
Intanto alcuni deputati repubblicani hanno chiesto un’indagine sulla fuga di notizie. Jason Chaffetz e Bob Goodlatte scrivono che le informazioni dell’intelligence sulle telefonate di Flynn all’ambasciatore russo a Washington dovevano essere tenute segrete e che la loro diffusione potrebbe avere “gravi effetti sulla sicurezza nazionale. Abbiamo serie preoccupazioni sulla protezione potenzialmente inadeguata di informazioni classificate”.