A poche ore dalla cruciale Direzione del Pd che ha sancito l’immediato avvio della fase congressuale, l’ex segretario Pier Luigi Bersani mette in risalto l’insofferenza del Pd: “Siamo a un bivio molto serio. Il calendario è una tecnica. Serve buon senso: da Renzi non me lo aspetto, da quelli vicino a lui sì”.
“La scissione? È già avvenuta tra la nostra gente. E io mi chiedo come possiamo recuperare quella gente lì. Ma ieri ho visto solo dita negli occhi. Renzi deve darmi la possibilità di discutere, altrimenti andiamo contro un muro”, ha aggiunto Bersani.
Il problema, ha spiegato l’ex segretario, “non è il calendario, ma se usando il calendario chiudiamo ogni discussione vera. Dobbiamo chiederci se e come recuperiamo una parte del nostro popolo. Io ieri in direzione ho visto solo dita negli occhi a questa gente. Alla direzione di lunedì ho visto solo dita negli occhi”.
“Stiamo parlando di far dimettere Gentiloni in streaming – ha aggiunto Bersani -. Siamo un Paese di sessanta milioni di abitanti, ci vuole una bella motivazione che non sia la vignetta di Giannelli. Facciamo una manutenzione all’azione di governo: se non correggi i voucher arriva la destra e li fa lei, con la scuola abbiamo toppato, sulla finanza pubblica qualcosa bisogna fare e le tabelle non convincono. Renzi deve darmi la possibilità di discutere di questo”.
La minoranza sarà presente all’assemblea del partito di domenica? “Penso di sì, ma non lo so, qui non si è deciso niente. Stiamo aspettando di capire se c’è una qualche riflessione – ha risposto Bersani – Bisogna dirci chiaro che cosa siamo noi. Non accetto un partito che lascia un punto interrogativo su quel che vuole fare“, ha dichiarato ancora Bersani”.
“Voglio capire se diamo un percorso ordinato e diciamo che si vota a scadenza legislatura salvo che arrivi un meteorite da Marte, ovviamente il congresso va fatto in tempi ordinari preparandolo per bene da qui a giugno, ci mettiamo alle spalle la legge elettorale in modo da capire la nostra proposta in quale contesto la mettiamo, facciamo le amministrative e prepariamo il congresso“.
Legge elettorale, l’ex segretario ha le idee chiare: “La gente va a votare quando pensa di poter decidere, altrimenti non ci va. Ma non è che non va e sta tranquilla, non ci va e ti fa un mazzo così. Stiamo a parlare di capilista bloccati? Noi diamo i numeri…Fondamento della governabilità non in Botswana, ma in un Paese europeo, è avere un minimo di connessione tra popolo e governanti“.