Si conoscono le motivazioni che hanno portato la Corte Costituzionale a bocciare l’Italicum. Per i giudici, il premio di maggioranza è lesivo della rappresentatività degli elettori. Inoltre, ribadiscono l’esigenza dei capilista bloccati ed invitano il legislatore a garantire maggioranze omogenee nei due rami del Parlamento.
Le motivazioni, depositate, si articolano in 99 pagine, redatte dal giudice Nicolò Zanon e poi esaminate collegialmente dalla Corte.
Adesso il documento sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e verrà data efficacia al testo sul quale incanalare il dibattito sulla nuova legge elettorale.
La Consulta dichiara che “non impone al legislatore di introdurre, per i due rami del Parlamento, sistemi elettorali identici, tuttavia esige che, al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo parlamentare, i sistemi adottati, pur se differenti, non devono ostacolare, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee”. È la base, dunque, sulla quale deve partire il Parlamento.
L’Italicum prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza che attribuisce 340 seggi alla Camera alla lista che ottenga il 40% dei voti. E secondo la Corte Costituzionale questa soglia “non è irragionevole”. Il secondo turno previsto nell’Italicum che dà al partito che vince 340 seggi indipendentemente da una soglia minima di voti, è invece “lesivo della rappresentatività”
Diverso il ballottaggio previsto per l’elezione dei sindaci, che avviene in maniera diretta e riguarda una carica monocratica.
Restano valide anche le multicandidature, ma cade la norma che consentiva al candidato di scegliere, a urne chiuse, in quale collegio essere materialmente eletto.