Marcia indietro del presidente Usa Donald Trump con Pechino. Il tycoon ha avuto il suo primo colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping.
Trump ha accettato di onorare la tradizionale linea politica americana che da decenni riconosce “una sola Cina”; in passato, invece, il presidente Usa era stato vicino alla posizione della ribelle Taiwan sostenendo di non prendere ordini da Pechino e di non sentirsi vincolato alla politica di una sola Cina fin quando Pechino non farà concessioni commerciali.
Ma sul fronte mediorentale, Trump continua la sua linea dura rimproverando al governo israeliano di andare avanti con gli insediamenti: “Non è un bene per la Pace”. Lo ha detto in un’intervista a “Israel HaYom“: “Trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme? Ci penso in maniera molto seria”.
Lo sviluppo delle colonie israeliane in Cisgiordania non è quindi visto come un elemento positivo. Il tycoon ha spiegato di “volere la pace in Medio Oriente” e che forse “sarà possibile una pace più vasta che non una pace israelo-palestinese“. Trump ci tiene però a non voler “condannare Israele, ha già passato abbastanza. Comprendo Israele molto bene e l’apprezzo molto”.
Sempre in ottica Israele, l’accordo con l’Iran è “un disastro per Israele“. Infine un pensiero su Netanyahu, che incontrerà lunedì alla Casa Bianca: “È una buona persona e l’ho sempre avuto in simpatia”.