Fumata bianca tra Unicredit e i sindacati al termine di una “no stop” notturna con al centro l’accordo sui 3900 esuberi previsti dal piano. L’intesa raggiunta prevede la volontarietà delle uscite che saranno incentivate e, in cambio, 1300 assunzioni. Previsti anche il turnover nel rapporto di un assunzione ogni tre uscite e la stabilizzazione di 600 contratti di apprendistato.
I 3900 esuberi, aggiuntivi alle 6mila uscite già stabilite in precedenza, sono la conseguenza della volontà dei vertici del gruppo di chiudere oltre 800 filiali nell’ambito del piano industriale di rilancio (che prevede anche il maxi aumento di 13 miliardi di euro).
Secondo i sindacati, nell’orizzonte triennale del piano è stata data garanzia che non si procederà a nuovi esuberi o piani di uscita. È stato raggiunto anche un accordo sugli inquadramenti, sulla cassa sanitaria e sul premio 2016 che sarà corrisposto per 600 euro in contanti e 800 sotto forma di welfare.
“Si tratta di un accordo equilibrato – dichiara Rosario Mingoia, Segretario Nazionale della Uilca Unicredit – con una forte connotazione sociale che consentirà a 3.900 dipendenti del perimetro Italia di uscire dal mondo del lavoro transitando per 54 mesi nel Fondo straordinario di settore, le uscite saranno volontarie ed incentivate. Nello stesso periodo del piano industriale 2019 verranno assunti, a fronte delle uscite, 2000 giovani/e con un’attenzione particolare per il sud che soffre più di ogni altro territorio”.
“Importanti – afferma sempre Mingoia – anche i risultati raggiunti sul piano del premio 2016 e di altri traguardi sociali quale ad esempio l‘armonizzazione dei benefit forniti dalla cassa assistenza sanitaria che dal 2018 darà gli stessi servizi a tutti gli assistiti senza alcuna distinzione”.