Il presidente Donald Trump al momento resiste all’uragano di critiche causate dalla firma del suo bando temporaneo anti rifugiati e anti immigrati. Il tycoon prova a spiegarsi citando anche Barack Obama. ”La mia politica è simile a ciò che fece il presidente Obama nel 2011 quando bandì i visti per i rifugiati dall’Iraq per sei mesi”.
“I sette Paesi nominati nell’ordine esecutivo – aggiunge – sono gli stessi identificati precedentemente dall’amministrazione Obama come fonti di terrore”. Intanto grandi folle di persone sono scese in strada in molte città e davanti a molti aeroporti americani, tra cui anche davanti alla Casa Bianca a Washington, per chiedere lo stop ai provvedimenti scandendo slogan come ‘No muslim ban’ (no alla messa al bando dei musulmani) e ‘Ora Siamo tutti musulmani’.
Trump, va ricordato, ha bloccato per quattro mesi il programma per l’ingresso di rifugiati, imponendo lo stop a tempo indefinito ai siriani e stabilendo la priorità alle minoranze cristiane perseguitate, ha tagliato di oltre la metà il programma portando a 50mila il numero di rifugiati da accettare nel 2017, e ha infine vietato per tre mesi l’ingresso a chi provenga da sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen).
Un tribunale di New York, a fronte di un ricorso, ha poi emesso un’ordinanza d’emergenza che impedisce temporaneamente l’espulsione dei rifugiati arrivati. Poi, altri tre giudici federali hanno emesso ordini analoghi, mentre 16 Stati hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui condannano la decisione di Trump e promettono di lavorare perché il governo federale rispetti la Costituzione.
“Io contro i musulmani? Bugia dei media“, ha detto Trump in un comunicato. Trump ricorda che ”ci sono altri 40 Paesi nel mondo a maggioranza islamica che non sono interessati dal provvedimento”, e ha ricordato che gli Usa rilasceranno nuovamente i visti dopo aver rivisto e rafforzato il sistema dei controlli, come previsto dalle sue disposizioni.
Per essere chiari, “questo non è un bando ai musulmani, come i media riportano falsamente“, ha sostenuto Trump. “Non ha a che fare con la religione, ma con il terrore e il mantenimento della sicurezza del nostro Paese”, ha aggiunto. “Rilasceremo nuovamente i visti a tutti i Paesi una volta che avremo rivisto e completato le politiche più sicure nei prossimi 90 giorni“, ha proseguito.
“L’America è una nazione orgogliosa dei suoi immigrati”, ha fatto sapere in una dichiarazione ufficiale scritta, cosa di per sé inusuale, “e continuerà a mostrare compassione nei confronti delle vittime dell’oppressione. Ma lo farà proteggendo al momento stesso i propri cittadini ed i propri confini. L’America è sempre stata la terra dei liberi e la casa dei coraggiosi”.
Il cardinale arcivescovo di chicago, Blaise Cupich, ha lanciato un monito a Donald Trump: “Il mondo ci guarda mentre abbandoniamo il nostro impegno verso i valori americani”, ha detto Cupich che Papa Francesco ha insediato a capo della terza diocesi cattolica degli stati uniti. “Questo fine settimana è stata un’ora buia nella storia dell’America“, ha detto l’alto prelato definendo “contrario ai valori cattolici e a quelli americani” l’ordine di Trump.
Sull’eccezione fatta da Trump per cristiani e altre minoranze del medioriente, Cupich segnala che il bando non include i paesi di origine di 15 dirottatori dell’11 settembre ma prende di mira gli iracheni, “perfino quanti hanno assistito le nostre forze armate in una guerra distruttiva”.
Intanto la petizione che chiede di annullare la visita di Stato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Gran Bretagna, ha superato il milione di firme. Lo rivela il sito ufficiale che raccoglie le petizioni a Westminster. L’appello afferma che il presidente Usa non deve essere invitato in una visita di Stato ufficiale in quanto causerebbe imbarazzo alla Regina.
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