Matteo Renzi è intervenuto all’Assemblea del PD di Rimini di fronte agli amministrare locali, tornando nuovamente sui vari temi della politica e della cronaca e in cui non è mancata una “risposta” a distanza a Massimo D’Alema: “Ai giornalisti che si attendono che noi ora replichiamo a quello che si è detto in un’altra assemblea, dico: peccato, riprovateci”.
“Ormai si fa polemica su tutto: è da sciacalli criticare la protezione civile e i soccorsi un minuto dopo la tragedia di Rigopiano: si può fare sempre meglio ma che squallore. L’avversario politico di questa comunità è chi cerca di giocare le carte della superficialità e della paura. E non serve un tweet per cambiare le cose, servono anni di lavoro”.
Renzi non ha risparmiato critiche per l’UE: “Alla fine di agosto a Ventotene, mi ero convinto che l’Europa potesse cambiare passo. Dopo venti giorni, a Bratislava, si era rotto qualcosa. Quello spirito era stato messo da parte, e quel vertice si è rivelato stato un autentico fiasco. Il mondo sta cambiando a una velocità impressionante e l’Europa sta a guardare lo 0,2% dell’Italia. Di fronte a una situazione innovativa, in Europa accade che l’Europa si mette a mandare letterine”.
E sul fronte di politica interna dice: “Il punto non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y, sono specchietti per le allodolole. O il Pd, prima comunità politica del paese, prova a giocare un ruolo di proposta oppure stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l’Italia gioca una partita di serie B”.
E per la corsa elettorale, secondo Renzi, sarà sfida a tre: “Il gruppo di Grillo; un’area di destra; e poi ci sarà l’area di chi invece di stare ad urlare alle sirene del Mediterraneo, di giocare allo sfascio vuole offrire proposte concrete, puntuali. C’è un modo per evitare il caos: arrivare al 40%. Una volta noi ce l’abbiamo fatta.
A tenere banco oggi è stato anche l’intervento di Massimo D’Alema al Frentani di Roma, che ha reso l’ipotesi di un PD meno unito, uno scenario non impossibile: “L’82% dei giovani ha votato No al referendum. Basterebbe questo a dire che bisogna puntare a un congresso straordinario. Non si cambia politica senza cambio di rotta, per questo dico che va fatto il congresso, un congresso inteso non come un’asfittica resa dei conti in all’interno di un mondo che si è molto ristretto”.
D’Alema passa poi alla legge elettorale e si scaglia contro Renzi: “Siamo passati dal maggioritario al proporzionale e dicono che va tutto bene. Con queste premesse come si fa anche solo a ragionare? Se Renzi cercherà di correre al voto per normalizzare il partito e avere gruppi parlamentari più fedeli scatterà il liberi tutti. Una scelta di questo tipo renderebbe ciascuno libero. Bisogna mettere mano con serietà alla legge elettorale, altrimenti l’unica forma di governo è un inciucione dai confini inimmaginabili”.