“Questa è una mia opinione: le donne sono più coraggiose degli uomini…”, parola di Papa Francesco che con questa battuta si aggiudica un applauso da parte dei fedeli presenti all’udienza generale in aula Paolo VI.
Il Pontefice, proseguendo un ciclo di catechesi sulla speranza cristiana, ha raccontato la vicenda di Giuditta, la “grande eroina del popolo” che nella Bibbia restituisce agli abitanti di una città della giudea assediata dal re Nabucodonosor la speranza nell’intervento salvifico di Dio. Il Papa ha ribadito come fidarsi di Dio significa non pretendere nulla in cambio ed essere certi che questa fede sia ben riposta.
Quello di Giuditta, ha continuato Bergoglio, è “il linguaggio della speranza, bussiamo alla porta del cuore di Dio, lui può salvarci. E questa donna, vedova, rischia, rischia a fare anche la brutta figura davanti agli altri, ma è coraggiosa, va avanti: questa è una mia opinione», ha aggiunto il Papa tra gli applausi: «Le donne sono più coraggiose degli uomini. Con la forza di un profeta, Giuditta richiama gli uomini del suo popolo per riportarli alla fiducia in Dio; con lo sguardo di un profeta, ella vede al di là dello stretto orizzonte proposto dai capi e che la paura rende ancora più limitato”.
Il Papa ha ribadito: “Non mettiamo mai condizioni a Dio e lasciamo invece che la speranza vinca i nostri timori. Fidarsi di Dio vuol dire entrare nei suoi disegni senza nulla pretendere, anche accettando che la sua salvezza e il suo aiuto giungano a noi in modo diverso dalle nostre aspettative. […] Non siamo noi che possiamo insegnare a Dio quello che deve fare, ciò di cui noi abbiamo bisogno. Lui lo sa meglio di noi, e dobbiamo fidarci, perché le sue vie e i suoi pensieri sono diversi dai nostri”.
Riferendosi ancora ha Giuditta, l’ha definita “una donna piena di fede e di coraggio che ridà forza al suo popolo in pericolo mortale e lo conduce sulle vie della speranza, indicandole anche a noi”, per poi concludere: “E noi, se facciamo un po’ di memoria, quante volte abbiamo sentito parole sagge, consigli coraggiosi, da persone umili, da donne umili, che uno pensa che senza disprezzarle che fossero ignoranti, ma sono parole della saggezza di Dio, le parole delle nonne, quante volte le nonne sanno dire la parola giusta, la parola di speranza, perché hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto tanto si sono fidate di Dio e il Signore dà loro questo dono di darci il consiglio di speranza”.
Tra le persone che hanno salutato il Papa a conclusione dell’udienza generale, Arnold Schwarzenegger, ex stella di Hollywood ed ex governatore della California. Inoltre, la moglie, Sandra Arroyo Salgano, e le due figlie Iara e Kala, del giudice argentino Alberto Nisman, responsabile dell’inchiesta sull’attentato del 1994 al centro ebraico della capitale argentina e sui suoi legami internazionali, trovato morto nella sua casa di Buenos Aires il 18 gennaio del 2015.