Catania, raffica di confische a Cosa Nostra | Sigilli ad attività commerciali e immobili VIDEO

di Redazione

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Catania, raffica di confische a Cosa Nostra | Sigilli ad attività commerciali e immobili VIDEO

| sabato 21 Gennaio 2017 - 09:22

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Il primo provvedimento ha riguardato il noto pregiudicato Luciano Salanitro, il cui collegamento alla cosca mafiosa “Santapaola – Ercolano” ha condotto i poliziotti “ad ottenere dal tribunale un decreto di sequestro e confisca di beni mobili registrati e immobili, di un’impresa individuale e di denaro contante”.

È stato quindi confermato un precedente provvedimento di sequestro e disposto ex novo il sequestro e la confisca di ulteriori due beni immobili: il valore del patrimonio sequestrato e confiscato raggiunge i 2 milioni di euro. Ancora più eclatante, anche perché riguarda l’Etna Bar, uno storico punto di ritrovo dei catanesi, il sequestro di conti e depositi bancari e postali intestati e/o riconducibili al pluripregiudicato attualmente detenuto Cosimo Tudisco, esponente del clan “Cappello”.

In questo caso, è stata sequestrata, ai fini della futura confisca, “la società WORLD GAMES s.r.l. (della quale risulta titolare quale socio unico il pregiudicato P. A.), insieme all’annessa rivendita di tabacchi con sede in via Galermo 338: un’attività commerciale ricomprendente una pizzeria, un bar e una ludoteca, pubblicizzata dall’insegna Etna Bar; sequestrato anche il 50% delle quote del capitale sociale della s.r.l. “WORLD OF CARS GROUP” con sede a Catania. In esecuzione dei medesimi decreti sono stati posti a sequestro diversi rapporti bancari e postali intestati al Tudisco, ai suoi familiari conviventi e a terzi interessati”.

La leva che gli investigatori hanno utilizzato per scardinare il piccolo impero economico del Tudisco è stata “l’evidenza della sproporzione intercorrente tra i redditi dallo stesso e dal suo nucleo familiare formalmente dichiarati e i beni realmente acquisiti nel tempo; le indagini, inoltre, hanno evidenziato come in capo al Tudisco sussisteva la disponibilità diretta e/o indiretta di beni immobili, società e aziende, frutto di investimenti e articolate operazioni finanziarie di dubbia liceità”. In questo caso, il valore dei beni strappati dalle mani della malavita supera i 3 milioni di euro.

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