Sono momenti di angoscia, di speranza e di lotta contro il tempo, in provincia di Pescara. Una slavina, causata probabilmente dalle scosse di terremoto di ieri, ha sepolto l‘hotel Rigopiano, nel comune di Farindola, nel Gran Sasso. All’interno della struttura si trovavano, secondo i dati registrati in Questura, ventidue persone più il personale della struttura, ma presumibilmente in tutto sarebbero 35. Sono stati proprio gli ospiti con i messaggi a dare l’allarme e in uno di questi c’era scritto che all’interno faceva molto freddo.
I soccorritori, che non sono potuti intervenire con i mezzi a causa della neve, sono giunti a piedi e hanno messo in salvo due persone che avevano trovato rifugio dentro un’auto, Giampiero Parete e Fabio Salzetta: uno era in stato di ipotermia ed è stato trasferito in ospedale con un elicottero. Le sue condizioni sono definite serie, ma non sarebbe comunque in pericolo di vita. C’è anche un famiglia di tre persone di Osimo (Ancona) tra i dispersi: la madre è una commerciante, il marito un poliziotto, con il loro bimbo di sette anni. Tra i dispersi c’è anche un’altra coppia marchigiana, originaria di Castignano (Ascoli Piceno).
“Le speranze di trovare superstiti nell’hotel di Rigopiano ci sono: queste sono valanghe particolari perché avendo investito un edificio possono crearsi delle sacche d’aria anche corpose. Abbiamo suddiviso la zona di intervento in micro aree e tutte queste micro aree vengono analizzate, censite, sondate dalle squadre dei nostri tecnici del soccorso alpino”. Lo ha detto Walter Milan, referente ufficio stampa del Soccorso alpino e speleologico.
Meno fiducioso il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta: “Le speranze di trovare persone in vita si riducono di ora in ora. In questo momento mi sento solo di abbracciare i familiari dei dispersi. È uno scenario tragico, c’è una grandissima frana che si è staccata dai 2.400 metri del monte Siella” ha aggiunto.
“Nessuno sforzo viene risparmiato nel tentativo di salvare vite umane e di soccorrere le persone in difficoltà”. Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Ringrazio per la loro abnegazione i soccorritori che operano in condizioni estreme che richiedono alla comunità nazionale grande unità”.
Il consiglio dei ministri, a quanto si apprende da fonti di governo, dovrebbe domani mattina alle 11 per l’estensione degli stati di emergenza nei territori colpiti negli ultimi giorni da nuove scosse di terremoto e dal maltempo. Non sarà allargato il cratere dei comuni colpiti già definiti nei mesi scorsi.
Appena i soccorsi sono potuti entrare nella struttura, la situazione è apparsa subito drammatica. Antonio Crocetta, uno dei capi del Soccorso alpino abruzzese, ha dichiarato che ci sono “tanti i morti”. Il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha lasciato la Dicomac di Rieti per recarsi in elicottero al Centro operativo comunale di Penne (Pescara).
Soltanto intorno alle 9,30, i soccorritori hanno estratto la prima vittima dalle macerie. Siubito dopo sono stati trovati i cadaveri di due bambini. “Sono salvo perché ero andato a prendere una cosa in automobile”, ha detto ai medici Giampaolo Parete, 38 anni. La moglie e i due figli dell’uomo, invece, sono rimasti sotto le macerie dell’albergo. “L’auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l’arrivo dei soccorsi”, ha dichiarato.
L’hotel Rigopiano è completamente sommerso dalla neve e dagli alberi trascinati dalla valanga. Lo si vede bene dalle immagini riprese dall’elicottero della Polizia che ha sorvolato il fronte della slavina.
“Giampiero e tutti gli altri ospiti dell’albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire. Aspettavano solo che arrivasse lo spazzaneve”, lo ha detto Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro del superstite Giampiero Parete. “Gli avevano detto che lo spazzaneve sarebbe arrivato alle 15, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19”.
La Procura adesso indaga per omicidio colposo.
“Sono in salvo due persone, le stesse che avevano mandato il messaggio di aiuto. Ci sono parecchi feriti, ma non si sa ancora quanti sono ancora dispersi o addirittura morti. Certo che la struttura è stata presa in pieno dalla slavina, tanto che si è spostata di dieci metri”. Lo scrive in un post sul suo profilo Facebook il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, sulla situazione all’hotel Rigopiano travolto ieri da una valanga.
I soccorritori sono arrivati a circa 700 metri dall’albergo Rigopiano e sono riusciti a far ripartire la turbina spazzaneve rimasta senza gasolio, grazie ai vigili del fuoco arrivati con i rifornimenti.
I mezzi di soccorso, comprese le ambulanze, sono bloccati a circa 9 chilometri dall’hotel Rigopiano. La neve caduta, almeno due metri, impedisce di proseguire. Al momento stanno raggiungendo l’albergo i vigili del fuoco portati con l’elicottero e un mezzo cingolato che può caricare fino a 8 persone. I primi ad arrivare nella notte sono stati gli uomini del soccorso alpino, che hanno raggiunto l’albergo con gli sci e le pelli di foca.
La colonna dei soccorritori era composta da 20 uomini e 7 mezzi dei Vigili del fuoco, due squadre del Soccorso alpino e speleologico, sei ambulanze del 118 e forze di polizia. È arrivato anche il gruppo cinofili della Polizia.
Sono state almeno 80 le scosse di terremoto (considerando solo quelle di magnitudo non inferiore a 2) registrate dalla mezzanotte nel Centro Italia, tra cui due di magnitudo 3.5. Molto difficile la situazione nelle zone terremotate.
Il titolare di un agriturismo in località Cittadella di Montemonaco, una delle frazioni isolate dalla neve, è stato salvato nella notte dal comandante dei carabinieri. L’uomo si era messo in viaggio a piedi verso l’abitato, ma a un certo punto è rimasto bloccato e non è più riuscito a proseguire. Il fratello ha lanciato la richiesta di soccorso e l’uomo è stato raggiunto dai militari.
Immagine profilo Twitter Vigili del Fuoco