La Direzione Investigativa Antimafia, su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, ha eseguito dei provvedimenti di custodia cautelare nei confronti di diversi soggetti legati al clan “Santapaola-Ercolano“. Tra gli indagati figurano il boss Maurizio Galletta, finito in carcere con il cognato Rosario Testa, nonché altri soggetti affiliati alla criminalità organizzata. Coinvolti nell’indagine anche dei noti professionisti che a vario titolo avrebbero favorito il boss. Domiciliari per M.D.A., rumeno, per il quale è stata disposta la misura degli arresti domiciliari.
Galletta, “al fine di usufruire di un regime detentivo meno rigido“, avrebbe “accentuato le sue patologie, con l’appoggio di alcuni medici compiacenti, i quali ripetutamente hanno certificato le sue condizioni di salute, ritenute gravi, tanto da essere incompatibili con il regime carcerario”.
Il boss ha avuto quindi la possibilità, pur essendo in regime di detenzione domiciliare, “di gestire affari illeciti ostentando, coram populo, il proprio carisma mafioso, per le vie del centro cittadino”. Lo stesso riceve un trattamento previdenziale da parte dell’INPS, una pensione civile e una indennità di accompagnamento.
Le indagini preliminari proseguono per accertare eventuali corresponsabilità di medici e specialisti, con incarichi dirigenziali nella sanità pubblica, che nel tempo hanno sottoposto a visite e/o perizie il Galletta e in tale contesto, nel corso delle operazioni odierne, sono state eseguite perquisizioni presso gli studi e uffici ove tali sanitari svolgono la professione.
In particolare, le indagini hanno permesso di accertare come Rosario Testa, nel maggio 2015, “avesse attentato per rancori familiari e debiti economici non onorati, alla vita dei predetti congiunti, esplodendo al loro indirizzo numerosi colpi di arma da fuoco, non attingendoli per cause non riconducibili alla sua volontà”.
Ad M.D.A, indagato per il reato di favoreggiamento personale aggravato a favore di Maurizio Galletta, vengono contestati i reati di “detenzione e porto illegittimo in luogo pubblico di arma da fuoco, nonché spari in luogo pubblico”. Risultano indagati, infine, per il reato di intestazione fittizia di beni, Antonino Luigi Ragusa e Carmelo Spampinato, incensurati.
In particolare, il Galletta intestava un distributore di carburanti con annesso lavaggio e bar, ubicato in San Giovanni la Punta (CT), nonché altro distributore di carburanti sito in località Acitrezza (CT), alla RASP Di RAGUSA Antonino Luigi & C. Sas, recentemente costituita dai predetti RAGUSA Antonino Luigi e Spampinato Carmelo, rispettivamente marito di Marzia Gallettae convivente di Giovanna Galletta, figlie di Maurizio Galletta.