Antonio Marci, l’allenatore di squadre giovanili arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di pedo-pornografia e atti sessuali su minori, si è tolto la vita in carcere. Il 63 anni, secondo la Stampa, si sarebbe ucciso con una busta in testa: “Avevo chiesto i domiciliari perché ritenevo il carcere non adeguato a tutelare la sua incolumità. Mai però mi sarei aspettato una cosa del genere”, ha detto all’Ansa il suo avvocato Massimo Taggiasco.
L’indagine era partita dalla testimonianza di una vittima che aveva riconosciuto l’uomo in un bar a 29 anni di distanza dagli abusi. I carabinieri lo avevano sorpreso nella sua abitazione, in compagnia di un giovane. Nell’appartamento avevano sequestrato centinaia di videocassette con i filmati dei suoi incontri con i baby calciatori.
“L’altro giorno, al termine dell’interrogatorio di garanzia, mi aveva promesso che quando ci saremmo rivisti mi avrebbe spiegato”, aggiunge l’avvocato Taggiasco. “Un episodio che evidentemente gli ha segnato la vita, che non giustifica quello che ha fatto ma lo spiega”.