La giustizia catalana ha deciso di riaprire l’indagine penale sull’incidente del bus costato la vita nel marzo scorso a 13 studentesse Erasmus, tra cui 7 ragazze italiane. Il tribunale ha di fatto annullato la discussa archiviazione disposta a novembre dal gip di Amposta accogliendo il ricorso presentato dai familiari delle 13 vittime.
Un nuovo giudice istruttore dovrà procedere rapidamente all’interrogatorio dell’autista , rimasto gravemente ferito nell’incidente, che il precedente gip non aveva sentito poiché aveva ritenuto che il conduttore non aveva “alcuna responsabilità cosi grave da essere punita penalmente “.
Il bus che aveva portato gli studenti Erasmus da Barcellona a Valencia per assistere alla tradizionale festa dei fuochi delle Fallas aveva fatto l’andata e ritorno in 24 ore viaggiando di notte f ino al terribile schianto a Freginals , sull’autostrada che collega le due città spagnole.
“Ora spero che l’inchiesta chiarisca tutto. Non è stata una tragedia casuale , ma nata da un viaggio organizzato in modo demenziale, perché imponeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all’andata e 350 km al ritorno” dice Paolo Bonello , papà di Francesca.
Per Alessandro Saracino, papà della torinese Serena, “tutto questo ha provocato alle famiglie delle ragazze un enorme disagio, una sofferenza psicologica e ha riaperto la profonda ferita “. “Speriamo che l’autista del bus venga interrogato al più presto e faccia chiarezza sul suo operato”.
Il conducente, rimasto a lungo in ospedale, doveva essere interrogato a fine marzo. L’archiviazione aveva fermato tutto. “Prima dell’incidente – afferma il papà di Francesca Bonello – era stato visto aprire più volte il finestrino per prendere aria come se avesse sonno, e aveva guidato in modo incerto “.