È scoppiato un vero e proprio caso mediatico sulle condizioni dell’ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola, nel Napoletano. Alcune immagini ritraggono ammalati distesi per terra ed ammassati a causa della mancanza di barelle e di posti letto. A denunciare la vicenda è stato il deputato Paolo Russo (Fi), che ha annunciato un’interrogazione parlamentare.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha però deciso di anticiparlo inviando i carabinieri del Nas all’ospedale di Nola. I militari stanno controllando la situazione dalle prime ore della mattinata. E il presidente della Regione Vincenzo De Luca ha disposto l’apertura di un’indagine interna “per una puntuale verifica dei fatti e per accertare tutte le responsabilità” e di “avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del Pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola”.
Il direttore sanitario dell’ospedale di Nola (Napoli), Andrea De Stefano, il responsabile del pronto soccorso, Andrea Manzi, ed il responsabile della medicina d’urgenza, Felice Avella, sono stati sospesi dal servizio in attesa dell’esito delle indagini interne per verificare le eventuali responsabilità della situazione che ha portato a sistemare due malati sul pavimento per prestare loro i primi soccorsi. Lo ha annunciato la responsabile dell’Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini.
“Dopo la vergogna dell’ospedale di Boscotrecase ora tocca a Nola. Già pronta un’interrogazione parlamentare per denunciare la scandalosa situazione degli ammalati adagiati a terra perché mancano letti e barelle”, ha detto Russo.
“Altro che De Luca commissario alla Sanità – ha aggiunto – mi interessa che prima di ogni manfrina politica si restituisca dignità ai miei concittadini. Se il Santa Maria della Pietà deve funzionare in questo modo è meglio chiuderlo perché di ospedali così si muore. De Luca aveva promesso che non saremmo mai più stati ultimi, ci ha ridotti all’indigenza”.
Russo chiede anche l’intervento del ministero: “Restituisca il diritto alla salute a un’area che conta 600mila abitanti. Non si scarichi ora la responsabilità sui medici che tentano, pur senza strumenti a disposizione, di difendere la vita delle persone“.
Il direttore della struttura, Andreo De Stefano, si difende: “Abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza. In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo ‘sequestrate’ due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare”.
Il dirigente spiega: “Tra sabato e domenica sono arrivate 265 persone a fronte delle 150 circa che arrivano in media, complice anche il freddo che ha gelato le strade, e che ha costretto molte persone della provincia di Avellino a venire a Nola anziché andare altrove. E quando qualcuno giunge al pronto soccorso non possiamo certo mandarlo via”.
De Stefano racconta quindi che una delle persone ritratte nella foto “era in arresto cardiaco, ma che dovevamo fare senza letti né barelle, mandarla via? I medici hanno preferito fare la defibrillazione sul pavimento pur di salvarle la vita, come è accaduto”. L’altra persona a terra “era invece stata messa in posizione antisoffocamento perché era in preda al vomito”.