Dopo l’intervento in conferenza stampa del premier Gentiloni e del ministro Minniti, sono disponibili informazioni aggiuntive sul rapporto della commissione di studio sul fenomeno di radicalizzazione e dell’estremismo jihadista.
Secondo quanto riporta il Messaggero, in Italia si contano 110 foreign fighter partiti verso la Siria e l’Iraq per unirsi all’Isis (37 dei quali deceduti in battaglia) e eventualmente rientrati nel nostro Paese (scelta già operata da 17 di loro), sei dei quali già individuati dall’Antiterrorisimo italiano. Tra loro vi sarebbero anche donne (8 di cittadinanza italiana) e 5 minorenni, mentre secondo il report i detenuti ritenuti pericolosi sono 153 (su un totale di 345 detenuti sotto osservazione, tra cui 18 italiani italiani convertiti).
A preoccupare è proprio il ruolo chiave delle carceri e del web per il proselitismo e l’aumento delle segnalazioni: “Da gennaio ad agosto 2016 sono stati segnalati dai carabinieri del Ros oltre 2.000 potenziali terroristi. Nel 2015 erano 1.400”. Sul web ad operare il proselitismo estremista sarebbero soprattutto italiani convertiti all’Islam, tra i 18 e i 24 anni, a cui si aggiungono persone nate e/o cresciute in Italia.
I numeri del fenomeno, però, se confrontati con il resto d’Europa, sarebbero relativamente bassi: in Francia i foreign fighter tenuti sotto osservazione sono oltre 1500, in Germania oltre mille, in Belgio il dato supera le 500 unità.