Continua la campagna repressiva della Procura turca contro i responsabili del fallito golpe di luglio. Sono stati emessi mandati d’arresto per 380 imprenditori accusati aver fornito sostegno economico alla rete di Fethullah Gulen, ritenuto responsabile di aver organizzato il golpe contro Erdogan.
Secondo l’agenzia di stampa Anadolu, la Procura ha anche emesso richieste per perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei sospettati. La scure si abbatte anche su 105 mogli di militari sospettati di aver avuto un ruolo attivo nel fallito golpe. Tra le donne colpite dal mandato di arresto figurano le mogli di due colonnelli e di 40 maggiori dell’esercito.
Sono tutte accusate di aver finanziato la rete di Gulen, di aver eseguito transazioni economiche attraverso la Bank Asya, istituto di credito messo sotto sequestro proprio per i suoi presunti legami con l’imam, e di aver avuto contatti con esponenti del movimento. Le operazioni di arresto sono state eseguite in 31 province del Paese.
Intanto due ufficiali, un colonnello e un maggiore, sono stati riconosciuti colpevoli di attentato alla Costituzione nazionale da parte del Tribunale Penale di Erzurum, nell’Anatolia nord-orientale, e condannati in primo grado all’ergastolo. Entrambi appartenevano alla Gendarmeria, la polizia militare.