Si tinge sempre più di giallo il passaggio di proprietà del Milan al fondo cinese Sino Europe Sports: in base ai documenti pubblicati dal portale Calcio&Finanza, i 100 milioni versati per saldare la seconda caparra dell’operazione proverrebbero da un fondo con sede nelle Isole Vergini, noto paradiso fiscale.
In base al documento (33 pagine), il fondo si chiama Willy Shine International Holding Limited (di cui non si possono conoscere le partecipazioni di capitale), società con sede a Tortola (Isole Vergini), che ha effettuato il versamento in data 14 dicembre 2016 in accordo con la Rossoneri Sport Investment (il veicolo usato da SES per l’operazione), destinataria della somma di 102 milioni di euro, 100 dei quali versati nelle casse dell’AC Milan per prorogare il termine ultimo del closing al 3 marzo 2017.
Calcio&Finanza afferma che tale operazione è da considerarsi un “prestito a fronte di contratto di pegno sull’intero capitale della società veicolo Rossoneri Champion, che la società controllante Rossoneri Sport Investment (anch’essa con sede nell’ex colonia britannica) ha concesso come garanzia alla società che ha effettivamente messo a disposizione le risorse utilizzate per pagare la seconda caparra”.
L’operazione si sarebbe resa necessaria, dunque, per ottenere la proroga del closing visiti i vincoli del governo cinese sull’esportazione di capitali, ma getta nuove ombre sul futuro societario dei rossoneri.