“L’identità dell’autore della strage di Capodanno a Istanbul è stata accertata“. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, intervistato dall’agenzia Anadolu. Cavusoglu non ha fornito il nome della persona identificata, che è ancora ricercata.
Sarebbe ‘Abu Muslim Horasani‘ il nome in codice utilizzato dal killer. Lo scrive il quotidiano filo-governativo turco Yeni Safak, rivelando altri dettagli dei suoi movimenti la notte della strage. Partito dalla sua abitazione nel quartiere popolare e conservatore di Zeytinburnu, l’attentatore avrebbe cambiato complessivamente 8 taxi per non lasciare tracce dei suoi passaggi.
“La strage di Capodanno è stata compiuta in modo estremamente professionale e ricorda gli attacchi di Parigi al Bataclan e contro Charlie Hebdo”, ha detto in un’intervista alla Cnn Turk il ministro per gli Affari europei Omer Celik. “Il killer – ha aggiunto – è stato addestrato in Medio Oriente e ha utilizzato metodi che “aggirano tutte le moderne tecniche di intelligence” agendo da solo e senza sfruttare la tecnologia.
Stamattina almeno cinque presunti militanti dell’Is che avrebbero un legame con l’attentato al club Reina sono stati arrestati in un’operazione della polizia turca a Izmir.
Secondo l’agenzia privata Dogan, l’operazione ha preso di mira tre famiglie arrivate a Izmir 20 giorni fa da Konya, città dell’Anatolia centrale dove si ritiene che l’esecutore dell’attacco al Reina abbia soggiornato per un periodo prima di arrivare a Istanbul.
Almeno 27 persone, compresi donne e bambini, sarebbero state fermate. Gli arresti di oggi si sommano ai 14 eseguiti fino a ieri, tra i quali quello di due stranieri fermati al terminal per le partenze internazionali dell’aeroporto Ataturk di Istanbul.
Il parlamento turco ha intanto votato a favore dell’estensione per altri tre mesi dello stato d’emergenza nel Paese, a partire dal 19 gennaio. Imposto dopo il fallito golpe del 15 luglio, lo stato d’emergenza consente al governo di promulgare nuove leggi e di limitare o sospendere diritti e libertà quando ritenuto necessario senza l’approvazione del Parlamento.