Situazione sempre più complessa per il pallavolista Leo Marshall, che in accordo con il suo club di Superlega, la LPR Piacenza, ha presentato ricorso in tribunale perché costretto a giocare in campionato da extracomunitario nonostante sia titolare di un passaporto italiano, ritenendo la Fipav responsabile di tale situazione.
Il 37enne de L’Avana (fuggito nel 2001 dal ritiro della nazionale cubana assieme ad altri suoi connazionali) risiede da anni a Piacenza, ma è rimasto incastrato in una questione molto complessa: in Italia, infatti, le formazioni devono schierare obbligatoriamente 3 italiani in campo durante una partita e Piacenza ha ingaggiato Marshall (a 6 anni distanza dall’ultima volta) proprio per logiche di formazione.
Qui l’intoppo: Marshall, infatti, non viene riconosciuto dalla Federazione Italiana Pallavolo come un giocatore italiano, ma come un extracomunitario (con conseguenze a catena sulle scelte di formazione); secondo la Fipav (che per regolamento non può modificare la nazionalità a stagione in corso) il problema è di carattere internazionale, a causa della mancata concessione del “Cambio di Federazione d’origine” da parte di Cuba; dopo mesi però la situazione fatica a trovare una soluzione.
Nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, l’avvocato Enrico Crocetti ha affermato: “Riteniamo che il regolamento della Fipav sia obsoleto e discriminatorio. Stiamo parlando di un cittadino italiano che nel proprio Paese è costretto a giocare lo status da extracomunitario. Attendiamo l’esito della nostra istanza. Non escludiamo infatti di rivolgersi anche al Comitato Olimpico Internazionale, che potrebbe anche escludere l’Italia dalle competizioni internazionali se la discriminazione venisse accertata”.