Volano gli stracci in casa Valencia dopo le dimissioni di Cesare Prandelli dal ruolo di allenatore della prima squadra: la dirigenza del club non ha risparmiato critiche al tecnico, scaricando su di lui la responsabilità del momento difficile (12 punti e terzultimo posto in classifica).
Il direttore esecutivo Anil Murthy non si risparmia: “Prandelli si è arreso. Ha cercato scuse per andarsene. Sei punti in tre mesi: non c’è bisogno di cercare scuse”. Una tesi rafforzata dal ds Pitarch: “Non ci ha mai dato nomi per rafforzare la squadra. Solo ieri, appena prima di rassegnare le dimissioni, mi ha chiesto cinque acquisti – sopra i 26 anni – senza specificare nomi”.
La risposta di Prandelli non si è fatta attendere e ha convocato una conferenza stampa per raccontare la sua versione dei fatti: “Era un incarico difficile, ma avevo accettato con coraggio. Se lascio è solo per rispetto dei tifosi: il presidente mi aveva detto che avremmo preso quattro giocatori a gennaio. Poi, giorno 29, la proposta era tra Zaza e un centrocampista, potevo sceglierne quale; ma qualcosa non quadrava”.
Poi l’attacco all’atteggiamento del club: “Nel calcio serve passione, sentimenti. Volevo aprire il campo di allenamento della Paterna, ma la società mi ha detto di non farlo, di aver paura delle critiche. Non si dovrebbe aver paura”.