Tradizionale appuntamento per gli italiani con il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quello che si sta per concludere è per l’Italia un anno particolare dal punto di vista politico e sociale. Tanti gli avvenimenti che hanno coinvolto la popolazione e che avranno influenze anche nel 2017. Inevitabile parlare del cambio di governo, così come del terremoto che ha sconvolto il centro Italia. Un discorso conciso ma molto pragmatico dove emerge il disagio sociale e i problemi che attanagliano gli italiani.
Il presidente ha parlato da una delle sale del Torrino del Quirinale e non dal salottino del suo appartamento dove si presentò lo scorso anno agli italiani.
“Desidero rivolgere il mio augurio migliore a tutti gli italiani e le italiane – ha esordito -. A chi sta nel nostro Paese e a chi è fuori. Ho visitato, anche quest’anno, numerosi territori, ho incontrato tante donne e tanti uomini. Ho conosciuto le loro esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze”.
“Il nostro Paese è una comunità di vita. Ci siamo ritrovati uniti in alcuni eventi. Abbiamo vissuto momenti dolorosi, dal delitto Regeni, alla morte in Spagna delle ragazze che studiavano l’Erasmus”, ha detto il presidente.
“Negli ultimi giorni abbiamo pianto Fabrizia Di Lorenzo“, ha ricordato Mattarella.
“Esprimo – ha detto il capo dello Stato – un sentimento di vicinanza ai familiari di quanti hanno perso la vita per eventi traumatici; tra questi le tante, troppe, vittime di infortuni sul lavoro”, ha continuato.
“Il problema in Italia rimane quello del lavoro. Nonostante l’aumento degli occupati – ha detto – sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie – ha proseguito Mattarella – è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune”.
“L’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte – ha detto il presidente della Repubblica -. Anche nell’anno trascorso le nostre Forze dell’ordine e i nostri Servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza”.
“La corruzione, l’evasione consapevole degli obblighi fiscali e contributivi, le diverse forme di illegalità vanno contrastate con fermezza“, ha detto.
“Il senso diffuso di comunità – ha dichiarato – costituisce la forza principale dell’Italia, anche rispetto alle tante difficoltà che abbiamo di fronte. La comunità, peraltro, va costruita, giorno per giorno, nella realtà”.
Poi il presidente ha parlato della possibilità di elezioni anticipate. “Occorre che vi siano regole elettorali chiare e adeguate perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà e questa trovi realmente applicazione nel Parlamento che si elegge – ha detto -. Queste regole, oggi, non ci sono: al momento esiste, per la Camera, una legge fortemente maggioritaria e, per il Senato, una legge del tutto proporzionale”.
Mattarella ha poi voluto rendere omaggio a Papa Francesco e al suo impegno. Alla fine del suo discorso ha mostrato agli italiani un disegno donatogli dai bambini di una scuola di Acquasanta.