Arrivano le prime ammissioni di Mosca sullo scandalo doping che ha travolto la federazione di atletica russa. Alcuni funzionari russi hanno infatti riconosciuto per la prima volta l’esistenza di una sistematica, vasta campagna di doping, che ha coinvolto centinaia di atleti del Paese e contaminato i risultati non solo delle Olimpiadi invernali di Sochi ma anche di alcuni degli eventi sportivi più seguiti del mondo.
Lo rivela il New York Times, che ha intervistato funzionari russi per vari giorni. “C’è stata una cospirazione istituzionale”, ha raccontato Anna Antseliovich, il capo dell’agenzia antidoping russa. Il programma di doping ha anche coperto i testi postitivi. Il Times ha raccontato come i campioni di urina degli atleti russi venissero manomessi per aggirare il sistema anti-doping.
Nel contempo gli atleti ricevessero cocktail di sostanze per migliorare le prestazioni. La Russia ha sempre negato l’esistenza di ‘doping di Stato’, anche dopo il recente rapporto della World Anti-Doping Agency guidata dall’avvocato canadese, Richard McLaren, che ha accusato il ministero dello sport a Mosca di “sovrintendere a un vasto, capillare sistema di doping”.